http://newsitaliane.it/2016/udi...
In risposta al messaggio di sergiozh del 04/12/2016 alle 07:49:03
e' una domanda a cui ci sono diverse risposte e diversi comportamenti dunque da parte dei genitori. casi estremi come questo ... vengono in genere condannati da tutti noi. Pero' quanti genitori vedono male un certo fidanzato dei propri figli o delle scelte professionali o di studi dei figli ?
L'unico modo di capire e provare. Quello del genitore è un mestiere difficile, si sbaglia quasi sempre.
In risposta al messaggio di silvio636 del 05/12/2016 alle 11:04:29
qui entriamo in un ambito delicato. questa madre ha sbagliato in molte cose, primo, a picchiare, secondo, a non lasciare libera la figlia di decidere il proprio percorso religioso. ovviamente, si parla di un retroscena culturale estremizzato.
Bisogna vedere che avrebbe anche fatto il padre con la figlia al ritorno dal viaggio.
In risposta al messaggio di sergiozh del 05/12/2016 alle 12:23:20
Bisogna vedere che avrebbe anche fatto il padre con la figlia al ritorno dal viaggio. per me quei genitori se non sono disposti ad accettare che i loro figli vivano come gli altri giovani in italia hanno sbagliato a trasferirsi in italia. vogliono fare dei loro figli degli emarginati ?
Queste persone non vengono qui per integrarsi o perche' attratti da un modello di vita.
In risposta al messaggio di annapasqua del 05/12/2016 alle 21:06:32
il problema non riguarda solo le persone che vengono qua ho preso vari ceffoni da mio padre perchè ero andata a ballare, in piazza, durante una sagra . mio padre era italianissimo credo che un genitore debba aiutare il figlioa trovare la propria strada, che non è necessariamente quella del genitore. a volte si vedono i figli fare scelte che sappiamo non troppo felici e il difficile è lasciargliele fare.
Un mio collega ha mandato le due figlie a fare materna ed elementare dalle orsoline. Alle medie la grande ha preteso la scuola pubblica. Avrebbe anche chiesto di essere esentata dall'insegnamento della religione cattolica, ma su questo i genitori sono stati irremovibili. Li conosco, non sono di sicuro dei fondamentalisti, ma farà pure la cresima. Manca l'elemento violenza fisica, ma per il resto cambia davvero ?
In risposta al messaggio di Roberto66 del 05/12/2016 alle 20:16:06
Queste persone non vengono qui per integrarsi o perche' attratti da un modello di vita. Se una madre privilegia il pensiero comune piuttosto che la felicita' della propria figlia non ha nulla di che spartire con la nostracultura. Perche' vengono. Qua ? Solo per convenienza personale , ci considerano terra da colonizzare . Ci sono solo due giorni all'' anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l'' altro si chiama domani, perci� oggi � il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere. (Dalai Lama)
purtroppo il problema non è solo degli stranieri. ogni integralismo, politico o religioso che sia, è dannoso.
In risposta al messaggio di silvio636 del 06/12/2016 alle 09:11:25
purtroppo il problema non è solo degli stranieri. ogni integralismo, politico o religioso che sia, è dannoso. esistono casi simili anche in famiglie ultra cattoliche. per contro, non è che se io andassi a vivere inGermania dovrei integrarmi in tutto e per tutto. mantenere le proprie origini non è un reato. in più, esistono genitori che lasciano fare ai figli tutto quello che vogliono, senza alcuna regola o castigo.
Vado spesso in Germania e ogni tanto vedo italiani che pensano di essere ancora al paesello di origine.
In risposta al messaggio di Roberto66 del 06/12/2016 alle 20:55:19
Vado spesso in Germania e ogni tanto vedo italiani che pensano di essere ancora al paesello di origine. Non si integreranno mai , verranno considerati degli immigrati a vita e cosi' i loro figli e pure i figli dei figli.Ci sono solo due giorni all'' anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l'' altro si chiama domani, perci� oggi � il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere. (Dalai Lama)
Io credo che si dovrebbe capire per bene cosa si intende per integrazione (a parte il concetto matematico, mioddio, ero anche bravino ma oggi dovessi fare un integrale sarei finito).
In risposta al messaggio di dani1967 del 07/12/2016 alle 09:27:43
Io credo che si dovrebbe capire per bene cosa si intende per integrazione (a parte il concetto matematico, mioddio, ero anche bravino ma oggi dovessi fare un integrale sarei finito). Salvo una limitata percentuale di uominidi mondo che cambiano paese e residenza per desiderio di conoscere e vivere posti differenti pur avendo già un buon livello di vita, pensiamo all'amico cruiser in Svezia, gli immigrati sono persone che abbandonano il paese di origine per disperazione nella speranza di un mondo migliore. Vero, non sempre sono alla fame, chi è alla fame non ha risorse economiche e fisiche per scappare, ma sicuramente è privo di prospettive, vive in un mondo dove anche la voglia di fare non permette di arrivare da qualche parte. Chi scappa quindi ha una sorta di odio per la sua terra, una terra che lo ha costretto a fuggire per una vita migliore. IN queste pagine spesso si sentono diatribe tra nordisti e sudisti, pensiamo ai flames sulel spiagge calabresi e siciliani; bene, tuttavia io le parole peggiori su quelle regioni le ho sentito da chi è venuto qui da quelle zone. Cionondimeno le persone che arrivano da quelle zone vogliono sempre più con forza mantenere la loro identità e distinguersi. Qui vediamo pani di Altamura, bottiglie di Nero d'Avola nella regione del barbera, etc ... Questo vuol dire non integrarsi ? Non credo. Non integrarsi vuol dire rifiutare le consuetudini sociali della zona ? Io credo che questo sia molto differente in base ai posti dove queste persone vanno a vivere. Nei grandi agglomerati urbani una reale integrazione è pressoché impossibile. Le città sono dei NON LUOGHI, identiche in ogni parte del mondo, dove la vita sociale è chiusa dietro la porta di una casa in un condominio. Nulla di più facile che trovare migliaia di compaesani dove condurre una vita parallela. Del resto nelle città tutti viviamo disintegrati, dove forse l'unità sociale più ampia è il condominio, la classe di scuola. Siamo noi che poi attraverso la rete di conoscenze, le nostre iniziative ci creiamo una comunità, e delle volte nella stessa città le comunità sono diversissime: boy scout, centri sociali, associazioni sportive, di camperisti, etc ... e ovviamente la parte da leone la fa l'associazionismo religioso. Tutto sommato nelle piccole comunità l'integrazione è più facile, i bimbi giocano ancora per strada, ci sono le sagre paesane, tutte le attività si intersecano molto di più, l'immigrato non è più solo prestato alla comunità come in città. Però in questo modo i ragazzi si mescolano con gli altri, e ovviamente, quella difesa dell'identità dei genitori viene messa molto di più in discussione. Lasciamo stare il fatto che siano mussulmani. Un ragazzino di una famiglia media cattolica che rifiuti non lo so, di fare i sacramenti se la vede davvero malissimo. Fino a che non diventa maggiorenne non mi pare abbia possibilità di scelta. Perché gli africani dovrebbero essere differenti ? Per quel che mi riguarda, io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. R.L. Stevenson
Gli africani in italia dovrebbero essere differenti perche' si trovano in italia e dovrebbero accettare che la loro figlia viva in italia senza velo come le altre ragazze in italia.
In risposta al messaggio di sergiozh del 07/12/2016 alle 10:35:04
Gli africani in italia dovrebbero essere differenti perche' si trovano in italia e dovrebbero accettare che la loro figlia viva in italia senza velo come le altre ragazze in italia. un italiano immigrato in germania deve pure accettare che i suoi figli parlano meglio il tedesco dell'italiano perche' cresciuti li.
Il velo al viso ha delle implicazioni legali non da poco (in molti paesi andare a viso comperto è vietato), ma per il resto, se dovessimo imporre un abbigliamento normale, dovremmo farlo anche alle suore !!! Beh, in effetti ...
In risposta al messaggio di dani1967 del 07/12/2016 alle 11:10:10
Il velo al viso ha delle implicazioni legali non da poco (in molti paesi andare a viso comperto è vietato), ma per il resto, se dovessimo imporre un abbigliamento normale, dovremmo farlo anche alle suore !!! Beh, in effetti... Quando vado a sciare, non posso usare più la mascherina antivento ? Per quel che mi riguarda, io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. R.L. Stevenson
Le suore decidono loro di portare gli abiti che indossano.
In risposta al messaggio di dani1967 del 07/12/2016 alle 09:27:43
Io credo che si dovrebbe capire per bene cosa si intende per integrazione (a parte il concetto matematico, mioddio, ero anche bravino ma oggi dovessi fare un integrale sarei finito). Salvo una limitata percentuale di uominidi mondo che cambiano paese e residenza per desiderio di conoscere e vivere posti differenti pur avendo già un buon livello di vita, pensiamo all'amico cruiser in Svezia, gli immigrati sono persone che abbandonano il paese di origine per disperazione nella speranza di un mondo migliore. Vero, non sempre sono alla fame, chi è alla fame non ha risorse economiche e fisiche per scappare, ma sicuramente è privo di prospettive, vive in un mondo dove anche la voglia di fare non permette di arrivare da qualche parte. Chi scappa quindi ha una sorta di odio per la sua terra, una terra che lo ha costretto a fuggire per una vita migliore. IN queste pagine spesso si sentono diatribe tra nordisti e sudisti, pensiamo ai flames sulel spiagge calabresi e siciliani; bene, tuttavia io le parole peggiori su quelle regioni le ho sentito da chi è venuto qui da quelle zone. Cionondimeno le persone che arrivano da quelle zone vogliono sempre più con forza mantenere la loro identità e distinguersi. Qui vediamo pani di Altamura, bottiglie di Nero d'Avola nella regione del barbera, etc ... Questo vuol dire non integrarsi ? Non credo. Non integrarsi vuol dire rifiutare le consuetudini sociali della zona ? Io credo che questo sia molto differente in base ai posti dove queste persone vanno a vivere. Nei grandi agglomerati urbani una reale integrazione è pressoché impossibile. Le città sono dei NON LUOGHI, identiche in ogni parte del mondo, dove la vita sociale è chiusa dietro la porta di una casa in un condominio. Nulla di più facile che trovare migliaia di compaesani dove condurre una vita parallela. Del resto nelle città tutti viviamo disintegrati, dove forse l'unità sociale più ampia è il condominio, la classe di scuola. Siamo noi che poi attraverso la rete di conoscenze, le nostre iniziative ci creiamo una comunità, e delle volte nella stessa città le comunità sono diversissime: boy scout, centri sociali, associazioni sportive, di camperisti, etc ... e ovviamente la parte da leone la fa l'associazionismo religioso. Tutto sommato nelle piccole comunità l'integrazione è più facile, i bimbi giocano ancora per strada, ci sono le sagre paesane, tutte le attività si intersecano molto di più, l'immigrato non è più solo prestato alla comunità come in città. Però in questo modo i ragazzi si mescolano con gli altri, e ovviamente, quella difesa dell'identità dei genitori viene messa molto di più in discussione. Lasciamo stare il fatto che siano mussulmani. Un ragazzino di una famiglia media cattolica che rifiuti non lo so, di fare i sacramenti se la vede davvero malissimo. Fino a che non diventa maggiorenne non mi pare abbia possibilità di scelta. Perché gli africani dovrebbero essere differenti ? Per quel che mi riguarda, io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. R.L. Stevenson
Se ragioniamo per modelli matematici anche un bergamasco che si trasferisce a Brescia necessita di integrazione.
In risposta al messaggio di Roberto66 del 08/12/2016 alle 12:25:21
Se ragioniamo per modelli matematici anche un bergamasco che si trasferisce a Brescia necessita di integrazione. Sono d'accordo con te che le grandi città prevedono diversi modelli e che lo stile di vita cambia da un quartiereall' altro. Vi sono pero' delle basi di ragionamento comune , primo di tutti la lingua , la devi imparare . ( a Brescia senti parlare uomini di colore con un perfetto dialetto Bresciano ) Voglia di integrarsi e imparare , di assimilare gli usi e costumi. Se andassi a vivere in Amazzonia sarei considerato strano se mi aggirassi in giacca e cravatta tra i villaggi , altrettanto da Amazzone che vuole girare per Milano coperto solo dell' astuccio penico. Sarei curioso di sapere se i genitori di quella ragazza hanno paura che la stessa perda le radici piuttosto che dei loro stessi connazionali che si intromettono. La maggior parte degli immigrati vive nei ghetti che all' inizio li accolgono ma poi li intrappolano. tipica situazione dei cinesi piuttosto che i sudamericani . Ci sono solo due giorni all'' anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l'' altro si chiama domani, perci� oggi � il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere. (Dalai Lama)
il punto è che a farne le spese sono i figli degli immigrati.
In risposta al messaggio di silvio636 del 12/12/2016 alle 15:00:12
il punto è che a farne le spese sono i figli degli immigrati. per dirne una una mia amica di 22 anni è albanese. sta con un italiano, e i genitori per poco non la segregano in casa perchè vogliono un fidanzato albanesee soprattutto musulmano. per cui purtroppo... molto sta anche nello scontro generazionale. io sono per lintegrazione, ma non per l'annullamento della propria identità.
Se poi la tua amica fosse lesbica non oso pensare che farebbero i suoi genitori.
In risposta al messaggio di silvio636 del 12/12/2016 alle 15:00:12
il punto è che a farne le spese sono i figli degli immigrati. per dirne una una mia amica di 22 anni è albanese. sta con un italiano, e i genitori per poco non la segregano in casa perchè vogliono un fidanzato albanesee soprattutto musulmano. per cui purtroppo... molto sta anche nello scontro generazionale. io sono per lintegrazione, ma non per l'annullamento della propria identità.
Il punto è che mediamente, sulla religiosità dei figli decidono i genitori, e mediamente i figli seguono.