quote:Risposta al messaggio di Kurt inserito in data 10/11/2014 19:16:48 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>>all'epoca dei fatti, ebbi il tuo stesso pensiero. Sarei curiosa di leggere le motivazioni della sentenza. Condivido la tua idea. Credo che un terremoto così devastante non si possa prevedere ma la prudenza in un momento del genere sarebbe quantomeno opportuna. elena
quote:Risposta al messaggio di bruno it inserito in data 10/11/2014 21:45:44 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>>ottima analisi.grazie.[:)] elena
quote:Risposta al messaggio di montanara inserito in data 10/11/2014 19:08:00 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Hai ragione a dire che valutare è difficile e che nessuno di noi può giudicare questa sentenza perché non sappiamo troppe cose. Mi pongo però una domanda se quella sera avessero detto, per esempio, è meglio che stiate fuori casa, dato che non si sapeva quando e se sarebbe avvenuto un terremoto, per quanto tempo aveva senso stare fuori casa? Se poi alla notte non fosse successo niente per quanto tempo bisognava tenere questa gente fuori casa? Detto questo concordo con chi dice meglio un allarme inutile che un allarme non dato. Ciao Giovanna.
quote:Risposta al messaggio di Regoleo inserito in data 12/11/2014 09:48:50 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>>
quote:le opere di messa in sicurezza>> Un buon inizio sarebbe eliminare questa definizione dal vocabolario. Le opere di messa in sicurezza non esistono, l'idea che possano esistere è uno dei problemi. Per quel che mi riguarda, io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. R.L. Stevenson
quote:Risposta al messaggio di dani1967 inserito in data 12/11/2014 10:41:12 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> In che senso non esistono? Un piano regolatore che vieti costruzioni in zone " a rischio" che puntualmente il condono edilizio permette, la costruzione di case antisismiche non sono alcuni punti che si possono definire "messa in sicurezza"? Chiaro che se una casa ( e non è certo il caso di Regoleo) è costruita in una zona a rischio è credo impossibile metterla in sicurezza dopo. PdA
quote:Risposta al messaggio di poesiadAmore inserito in data 12/11/2014 10:52:44 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Facciamo un distinguo, tra la questione sismica e quella che citava regoleo per rischio idrogeologico. Nel caso del rischio sismico puoi fare delle opere adeguate alle accelerazioni previste, che dovrebbero (nota il condizionale) preservarsi dal collasso dell'edificio. Permane comunque un rischio relativo a fenomeni secondari (caduta delle suppellettili, lesionamento di parti non strutturali) e anche problemi di fenomeni esterni (la casa vicina che ci crolla addosso); inoltre, trattandosi di fenomeni naturali, qualsiasi previsione ha dei liminti in quanto le nostre conoscenze non sono infinite. Se no dovremmo fare tutte le case adeguate al massimo sisma sul nostro pianeta; sarebbe una buona idea, ma quando poi se ne vede il costo ... Ma nel caso del rischio idrogeologico, il rischio residuo è sempre tale che la parola "messa in sicurezza" non ha significato. Le opere di difesa idraulica prima di tutto funzionano come da progetto il giorno che finiscono i lavori e vengono collaudate, e poi sono soggette ad una evoluzione così come il territorio. Poi vi sono sempre fenomeni possibili non da progetto, per cui è meglio parlare di mitigazione del rischio e non messa in sicurezza. Se butta su un paese 250 mm d'acqua in un'ora, il problema non è solo più quello dei recettori, che non saranno mai in grado di assorbire un simile volume così violento, ma dell'acqua stessa che ti piove addosso e non sa dove andare. Avevo visto un fenomeno simile tempo fa dalle mie parti, e credo che sia quello capitato a Chiavari e che ha tristemente fatto due vittime. L'idea della messa in sicurezza è il problema, perché delle volte la presenza di un'opera da una falsa sicurezza. Io sono spaventato, per cultura personale, di vedere quanti milioni di persone vivono in zona arginate, con fiumi sospesi tenuti da strutture artificiali. Un fenomeno come quello recente di Carrara, ad esempio, per me è da ricondurre alla falsa sicurezza ricondotta ad opere che ai tempi erano ritenute di messa in sicurezza e che oggi sono invece di messa a rischio. L'unica sicurezza è quella intrinseca, ovvero nel non stare in zone soggette a certi tipi di fenomeni; questo però è per molti (milioni di persone in pianura padana) impossibile, per cui non sarebbe meglio avere ben chiaro nella mente di tutti i cittadini quale è il livello di rischio a cui si è soggetti e avere una pallida idea di cosa fare quando il fenomeno si sta verificando ? Ad oggi per la stragrande maggioranza dei casi i piani di protezione civile sono dei documenti che i comuni sono riottosi a diffondere (e spesso, aimè, a realizzare), mentre dovrebbero essere un pezzo di conoscenza e coscienza comune. Qualche giorno fa ho postato un topic su due morti per frana in Ticino (CH). Ora nei commenti agli articoli sui giornali nessun insulto alle autorità che non hanno fatto questo o quello, ma piuttosto sono stati caustici con i giornalisti che avevano fotografato la gente che piangeva. Che mondo differente dalla nostra indegna gazzarra. Al topic IT ho risposto ad Elena in Privato. Per quel che mi riguarda, io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. R.L. Stevenson
quote:Risposta al messaggio di dani1967 inserito in data 12/11/2014 11:33:22 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Credo che la gazzarra nostra dipenda molto dal fatto che dopo qualsiasi opera(nel caso, argini o strutture antisismiche)segue regolarmente strascico giudiziario per difetti della stessa. A pensar male, da noi, normalmente ci si azzecca e la gazzarra diventa l'anticamera del tribunale. Bruno
quote:Risposta al messaggio di bruno it inserito in data 12/11/2014 12:45:37 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Il Bisagno è stato tombato negli anni 30; il Ferregiano, come ha testimoniato un forumista, più di recente, DIETRO RACCOLTA DI FIRME DEI CITTADINI. Opere che tutte le norme attuali ritengono deprecabili, delle incredibili assurdità secondo il mio punto di vista. Ora, davvero è colpa dei sindaci e presidenti attuali oppure dell'intera comunità che alla fine questi orrori li vuole e li sostiene ? La gazzarra è frutto del rifiuto da parte dell'opinione pubblica di prendere atto delle responsabilità condivise, riconducibili alle nostre abitudini, alla nostra cultura, alla nostra inesistente sensibilità sia col territorio, sia con la scienza e la tecnica, e la volontà di scaricare tutto ciò verso dei capri espiatori, che sono gli antipatici di turno, ad esempio i politici. Ma lo sai che quando è stato presentato il primo piano stralcio del piano di bacino per l'assetto idrogeologico del Toce, ci sono stati dei CITTADINI che si sono incatenati di fronte ai comuni per protesta ? E secondo me, in questo, il processo dell'Aquila è stato esemplare. Nella sentenza oggi cancellata, il giudice riduceva l'accorato e mai ascoltato appello ad una azione radicale di adeguamento degli edifici ad un "inutile interloquire". Ovvero eliminava di un botto la responsabilità di ciascuno di badare alla propria sicurezza attraverso l'unica azione logica, ovvero vivere in una casa sicura dove è meglio stare in caso di terremoto invece che fuggire per strada, e scaricava tutto su un presunto responsabile istituzionale, lodando esplicitamente, ripeto, la consuetudine del posto. Dietro l'odierna antipolitica a mio avviso si nasconde una immensa operazione i maquillage delle coscienze collettive che di un botto si vogliono esentare dalle proprie colpe, come se i politici, le scelte degli ultimi 60 anni fossero avvenuti da soli. Certo, un ragazzo che oggi ha 20 anni che ne può dei quanto hanno fatto nonni e genitori, ma noi qui sul forum, vista l'anagrafe non di un certo tipo, questi discorsi non potremmo permetterceli nemmeno un poco. Per quel che mi riguarda, io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. R.L. Stevenson
quote:Risposta al messaggio di dani1967 inserito in data 12/11/2014 13:28:00 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Beh, qui sul forum non c'è il bottone "mi piace" ma se ci fosse stato l'avrei premuto volentieri.
quote:Risposta al messaggio di Regoleo inserito in data 12/11/2014 15:04:26 (Visualizza messaggio in nuova finestra)>> Nella mia vita ho speso qualche milione dei vostri/nostri euro per fare delle opere di questo tipo. Difficile che io dica che non si debba fare nulla. Il problema molto spesso è che il significato e lo scopo di tale opere viene completamente frainteso. Vedi, non si tratta per nulla di sottigliezze linguistiche, ma di sostanza concettuale. La parola sicurezza intesa in senso totale non è applicabile a buona parte del nostro territorio. Non solo, certamente le opere possono diminuire di molto la pericolosità di taluni fenomeni, ma non la eliminano; se metto una rete sopra una strada, con tutti i calcoli e compagnia bella, comunque mi proteggerà da certi massi, e quindi è importante metterla, ma non da altri più grandi e con maggiori energie. Se uno dopo che sono state messe le reti, spinto dalla sicurezza data dalle stesse, costruisce una casa sotto, aggiunge un elemento di vulnerabilità che chi aveva costruito le reti non aveva previsto; queste sono adeguate magari ad una strada (dove passa un'auto ogni tanto), ma non a una casa dove si vive sempre. Ti assicuro, non è teoria, ma fatti che accadono. Se vuoi la parolina magica, te la dico, mitigazione del rischio, diminuzione del rischio, ma non eliminazione, non sicurezza. Io non contesto il fatto di fare opere, anche se con coscienza critiche molte di queste dopo questi eventi dovrebbero essere ripensate, ma attribuire a queste un carattere salvifico permanente; le opere vanno fatte, ma il rischio resta e bisogna saper affrontarlo. In quanto alla famosa pulizia, non è una attività così decisiva e che cambia lo stato dei fatti come la vox populi lascia intendere; i morti di questi giorni sono da ricondursi a frane superficiali, le più micidiali e imprevedibili anche se purtroppo banali, per le quali la "pulizia" non ha nulla a che fare. Un fiume in piena cambia il suo alveo in pochi minuti, rendendo nel giro di pochissimo inefficaci le nostre opere. Ovvio, certe pulizie, certe ricalibrature vanno messe in opera senza ombra di dubbio, ma attenzione a non pensare che i fiumi debbano diventare dei canali o dei tubi, non funziona così. Per quel che mi riguarda, io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. R.L. Stevenson