In risposta al messaggio di navarre del 29/06/2018 alle 16:01:40Anch'io sono sui 96 kg , e qualche anno fa ho preso una Wilier MTB in carbonio ma con forcella rigida Ritchey l'unica con gli attacchi anche per i freni a disco oltre che per i Vbrake. A quei tempi non esistevano bici da corsa con i freni a disco .... così ho rimediato.
Ok, a una questione di principio c'è poco da contestare. Però obiettivamente anche gli agonisti su strada che sono contrari, lo sono solo per paventati motivi di sicurezza in caso di cadute multiple, non per carenze tecniche dei freni a disco. Sicurezza che si potrebve ottenere con piccole modifiche o protezioni al bordo dei dischi.
In risposta al messaggio di chorus del 29/06/2018 alle 16:15:44Io ho ancora un'ALAN (sigla di ALluminio ANodizzato) montata Campagnolo che ha ormai ha quasi 30 anni. Nonostante i vari pezzi siano "incollati" non denota nessun problema.
La grammomania ... (mi si perdoni l'OT) io ho un'incredibile passione per la bici da corsa, inversamente proporzionale alle mie performance ciclistiche, dove resto una pippa di dimensioni imbarazzanti. Ciò premesso, sonoconvinto che la ricerca del risparmio di peso dipenda dal marketing, convengo con tuo figlio quando dice 100 grammi di risparmio sulle ruote (una massa in movimento) sono di molto superiori al medesimo risparmio di peso sul telaio (massa statica). Ciononostante non faccio testo, visto che mi sto sempre più appassionando alle biciclette vintage, costruite dai migliori telaisti al mondo (italiani) della migliore scuola al mondo (presumibilmente quella meneghina), ovvero biciclette con un'anima e un cuore, non semplici pezzi di plastica (pardon di carbonio) messi assieme da una macchina e figli di un processo industriale.
In risposta al messaggio di Paolobitta51 del 29/06/2018 alle 17:29:19ALAN: unica bicicletta ammessa alle ciclostoriche nonostante non sia d'acciaio.
Io ho ancora un'ALAN (sigla di ALluminio ANodizzato) montata Campagnolo che ha ormai ha quasi 30 anni. Nonostante i vari pezzi siano incollati non denota nessun problema.
In risposta al messaggio di chorus del 29/06/2018 alle 18:17:12E' stata la mia prima bici da corsa (1979) era di un corridore al quale avevano sbagliato le "misure". Qualche tempo dopo l'ho permutata con la seconda serie con le congiunzioni a filo dei tubi e guarnitura Campagnolo ... e sembra ancora come nuova , appena uscita dalla fabbrica.
ALAN: unica bicicletta ammessa alle ciclostoriche nonostante non sia d'acciaio. Per me era un'idea geniale: tubi incollati sulle congiunzioni, in questo modo si evitava di saldare l'alluminio. Il telaio di una bici da corsafatto da un maestro telaista (italiano) può fare centinaia di migliaia di km Due domeniche fa ho partecipato ad una ciclostorica con la mia bici degli anni '80: mi sentivo fuori contesto, dato che almeno il 10% dei partecipanti pedalava su biciclette degli anni '20
In risposta al messaggio di chorus del 29/06/2018 alle 16:19:11Mah dire che le bici di mezzo secolo fa non erano meno performanti di quelle attuali mi sembra sbagliato e non poco...
A proposito di peso, sapete chi ha il record della Milano Sanremo? Bugno, nel 1990, il secondo miglior tempo ce l'ha Merckx ottenuto nel 1969. Ciò significa che le bici di 28 anni fa o di una 50ina d'anni fa, che pesavano 8-10 kg, non erano meno performanti di quelle attuali.
In risposta al messaggio di il tornitore del 29/06/2018 alle 21:00:02Secondo me non c'è tutta questa differenza. Ti invito a fare 50 km su una bici in carbonio e poi ripeti lo stesso giro su una bici in acciaio.
Mah dire che le bici di mezzo secolo fa non erano meno performanti di quelle attuali mi sembra sbagliato e non poco... Il carbonio è ben più rigido dell'acciaio (oltre che a essere più leggero), ciò comporta una maggiorefficienza di trasmissione della forza e minor dispersione; geometrie del telaio diverse sempre per una miglior trasmissione della potenza etc etc. Non significa nulla che Bugno ci abbia impiegato meno tempo rispetto ad oggi... Per il semplice motivo che era un'altro stile di correre... Oggi c'è molta strategia, attendismo... è come confrontare la F1 degli anni '80-'90 con la F1 odierna... è totalmente diversa e tutt'ora fanno fatica a stabilire nuovi record (e se li fanno sono per dei decimi di secondo) questo perchè ci sono limitazioni tecniche, strategie soprattutto, etc etc... ma non di certo perchè a livello tecnico le F1 degli anni '80 e quelle odierne sono paragonabili.
In risposta al messaggio di chorus del 29/06/2018 alle 21:58:31Un conto è fare 50km alla media dei 20kmh... Un altro è fare 50km alla media dei 42-43kmh...
Secondo me non c'è tutta questa differenza. Ti invito a fare 50 km su una bici in carbonio e poi ripeti lo stesso giro su una bici in acciaio. Io non sento differenze tra la bici in carbonio e le bici in acciaio, né suquella di 10 anni fa, né su quella di 30 anni fa. Le differenze che percepisco sono le seguenti: - maggiore efficienza frenante delle bici moderne, d'altra parte parliamo di freni diversi e soprattutto di piste frenanti fresate di cui sono dotate le ruote moderne - maggiore silenziosità delle bici vintage, d'altra parte regoli millimetricamente la catena sul rapporto agendo sul manettino e, soprattutto, non c'è l'effetto cassa di risonanza dei tubi in carbonio di sezione notevolmente superiore a quelli in acciaio. Secondo me non regge il paragone auto/moto moderne contro auto/moto vintage, la bicicletta non è dotata del motore ed è una macchina di una semplicità disarmante, che probabilmente ha raggiunto la maturazione molti anni fa. Oggi il marketing domina questo mercato, non dimentichiamolo
In risposta al messaggio di il tornitore del 29/06/2018 alle 22:52:24Hai mai fatto 70-80 km con una bici vintage a 27-28 di media su un percorso pianeggiante?
Un conto è fare 50km alla media dei 20kmh... Un altro è fare 50km alla media dei 42-43kmh... Certo che non si va al limite (fase anaerobica, essere in soglia o extra-soglia) e non si è in una competizione (dove uno vuoleambire ai primi posti) di certo la differenza è poco percettibile... Ma in caso contrario è tutt'altra storia... Poi se prendiamo in considerazione la scorrevolezza delle nuove ruote con cuscinetti in ceramica... Il divario è ancora più ampio. Secondo me e mio figlio è solo marketing il cambio elettronico, ma il resto non pensiamo sia solo marketing... Se non fosse così allora investire milioni di euro in ricerca e sviluppo sarebbe stato inutile... Allora chi fa le bici avrebbe potuto evitare di fare investimenti su nuovi materiali ed altro.
In risposta al messaggio di il tornitore del 29/06/2018 alle 22:52:24Che io sappia i mozzi ceramici sono più scorrevoli agli elevati giri di ruota, che probabilmente non raggiunge nemmeno un professionista
Un conto è fare 50km alla media dei 20kmh... Un altro è fare 50km alla media dei 42-43kmh... Certo che non si va al limite (fase anaerobica, essere in soglia o extra-soglia) e non si è in una competizione (dove uno vuoleambire ai primi posti) di certo la differenza è poco percettibile... Ma in caso contrario è tutt'altra storia... Poi se prendiamo in considerazione la scorrevolezza delle nuove ruote con cuscinetti in ceramica... Il divario è ancora più ampio. Secondo me e mio figlio è solo marketing il cambio elettronico, ma il resto non pensiamo sia solo marketing... Se non fosse così allora investire milioni di euro in ricerca e sviluppo sarebbe stato inutile... Allora chi fa le bici avrebbe potuto evitare di fare investimenti su nuovi materiali ed altro.
In risposta al messaggio di chorus del 30/06/2018 alle 00:03:25Io faccio riferimento a dati che mi ha fornito mio figlio...
Che io sappia i mozzi ceramici sono più scorrevoli agli elevati giri di ruota, che probabilmente non raggiunge nemmeno un professionista