Voglio segnare un piccolo e conciso articoletto scritto da Michele Serra, è la conferma a ciò che ho sempre sostenuto ed è per me motivo di soddisfazione leggere
da lui e condividere queste opinioni.
Internet è una miniera, ma se non si hanno gli strumenti giusti, si rischia di tirare su sempre roba di scarso pregio e non bisogna essere dei superuomini per possedere questi "strumenti". Solo così si può sperare di combattere questo fenomeno deleterio delle "fake-news", ovvero delle bufale che si propalano a macchia d'olio, basta poco, più spirito critico e meno pigrizia mentale.
Buona lettura... se non siete pigri.
Michele Serra: "Pensare costa fatica, chi non fatica è perduto"
La cultura non è una quantità. La cultura è una qualità. Provo a definire questa "qualità": riuscire a mettere in relazione tra loro le informazioni, le esperienze, le nozioni. Si possono avere a portata di mano milioni di nozioni; ma se non si è in grado di connetterle, servono a molto poco. Si possono, al contrario, avere a disposizione poche nozioni, ma essere capaci di correlarle: allora si è davvero "colti".
Il web è, al massimo grado, un formidabile volano culturale (perché mette a disposizione una mole impressionante di informazioni) e un micidiale distruttore di cultura, perché rischia di sommergere con la quantità la qualità. Sta a ognuno di noi la capacità di trasformare una massa inerte di nozioni in una costruzione intelligente, selezionando, scegliendo, scartando, accettando, rinunciando, insomma facendo funzionare il cervello, o almeno provando a farlo.
La tecnologia può favorire (molto) la pigrizia, l'inerzia intellettuale, la passività dell'utente; se usata bene, può invece fare dell'utente una persona più libera e più cosciente. Certo, pensare costa fatica, scegliere costa fatica, giudicare costa fatica. Faticare è dunque, anche nell'evo tecnologico, la condanna di homo sapiens: chi non fatica è perduto.
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